Skip to main content
Passa alla visualizzazione normale.

MASSIMO COSTA

Sulla natura contabile delle "passività monetarie" nei bilanci bancari

Abstract

Il saggio riapre la discussione sulla natura contabile delle emissioni monetarie, un tempo oggetto di acceso dibattito ed oggi in parte trascurata. Per far ciò conia la categoria concettuale di "passività monetarie" nella quale far confluire tanto le emissioni di moneta legale sotto forma di banconote, propria esclusivamente degli istituti di emissione, quanto le "emissioni" di moneta fiduciaria sotto forma di depositi liberi in conto corrente, questi propri tanto ancora una volta degli istituti di emissione (la moneta "ad alto potenziale") quanto delle banche ordinarie. Il metodo seguito è in gran parte storiografico, sebbene la ricerca non abbia finalità propriamente storiche quanto, piuttosto, teoriche. Si ripercorre rapidamente la storia delle tre forme oggi assune dalla moneta (conio metallico, banconota, deposito) e si perviene alla conclusione che esse, nate come "fonte da mezzi di terzi", non diversamente da altre consimili, hanno progressivamente sviluppato caratteristiche proprie che le vanno assimilando via via verso le "fonti da mezzi propri", seppure con un diverso grado di completamento del processo storico fra le diverse forme di moneta e senza perdere mai del tutto i contatti con la loro origine. Dal confronto delle idee, e per mezzo dell'analisi di taluni paradossi, l'autore argomenta i passi salienti di questa lenta trasformazione delle poste in esame, non senza ricorsi ad una letteratura interdisciplinare, ortodossa o eterodossa che sia. Il saggio evoca altresì il ruolo fondativo che la moneta ha nelle valutazioni di bilancio ed il significato da attribuire al valore in senso monetario. Esso, infine, dopo esser tornato sulle riflessioni in tema di "serie dei conti", basilari per ogni teorica dei sistemi contabili, accenna a possibili indicazioni di merito sul tema oggetto d'indagine.