Skip to main content
Passa alla visualizzazione normale.

MARINA CALOGERA CASTIGLIONE

L'incesto della parola. Lingua e scrittura in Silvana Grasso

Abstract

Marina Castiglione in questo saggio – il primo interamente dedicato a Silvana Grasso, importante voce della letteratura contemporanea – mette in luce come i romanzi dell’autrice siciliana si presentino mutuamente intellegibili alla luce di un materiale linguistico e stilistico (oltre che tematico) che rimbalza dall’uno all’altro anche a notevoli distanze temporali. L’esposizione consente di far emergere, ai diversi livelli della scrittura, costanti, modifiche e variabili che danno all’intero corpus unitarietà nelle intenzioni e una assoluta inscindibilità tra lingua e fabula. Lingua e identità sono, infatti, una bussola certa nell’orizzonte frastagliato delle realtà rappresentate. Il ricorso al dialetto come agli aulicismi, l’alternanza tra brutalità espressionistica e momenti lirici, la commistione tra strutture sintattiche dell’oralità e costruzioni ipotattiche più complesse, la variatio, dunque, non costituisce tanto una risposta pensata al superamento della infinita questione della lingua, quanto la riproposizione letteraria di un rapporto autoriale che, partito dalla diglossia, si è affrancato attraverso un bilinguismo libero e creativo. Nella costruzione di una lingua “legittima e bastarda”, ritornano con studiata cadenza alcune parole e alcune figure (similitudine e metafora, in specie) e la densità dell’apporto dialettale si intensifica nell’ultimo romanzo, Disìo. Dalla onomastica alla formazione di parole, dai temi ricorrenti della famiglia e della morte alla metamorfizzazione, lo studio ripercorre i cinque romanzi evidenziandone i fili comuni, in particolare l’insorgenza imperiosa della dialettalità soprattutto a contatto con la dimensione corporea.