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DANIELA BONANNO

La supplica di Ducezio ai Siracusani e l’associazione tyche-nemesis nella Biblioteca Storica di Diodoro Siculo

  • Authors: Bonanno, D
  • Publication year: 2010
  • Type: eedings (Capitolo o saggio)
  • Key words: Diodoro; Sicilia; Nemesis; Tyche
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/69505

Abstract

Nel suo volume Culti e miti della Sicilia antica (1911), Emanuele Ciaceri annoverava, tra le “divinità minori” dell’isola, Tyche e Nemesis, ricordando un episodio molto frequentato della Biblioteca Storica di Diodoro, in cui si narra il drammatico epilogo della vicenda del principe siculo Ducezio. Egli, dopo avere visto naufragare di fronte all’offensiva dei Greci, il suo progetto di una synteleia dei Siculi, si rifugiò, come supplice, sotto gli altari di Siracusa, donando se stesso e il territorio di cui era padrone. Di fronte alla resa del nemico, la decisione strategica dei Siracusani fu di salvarlo, considerando il rispetto per la tyche e la nemesis degli dei. Come in un gioco di specchi, l’indigeno Ducezio si prostra al cospetto delle divinità degli altri, dichiarando per l’ennesima volta la sua aderenza e affinità al modello greco. Da parte loro, i Siracusani riconoscono – ma non senza un certo imbarazzo – al principe siculo lo statuto di supplice, in nome della riverenza nei confronti di due soggetti divini (tyche e nemesis) la cui associazione, del tutto inedita per la Sicilia, era già piuttosto rara nel V secolo in tutto il mondo greco.