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DANIELA BONANNO

In bilico tra Greci e “Barbari”: Maratona, la statua di Nemesis a Ramnunte e la costruzione di un mito identitario

Abstract

Il contributo propone un'analisi del ruolo e della funzione che nel processo di costruzione dell’Altro assumono gli oggetti inanimati e i manufatti costruiti dall’uomo. La circostanza presa in esame è relativa a una notizia riportata, nel II sec. della nostra era, nel primo libro della Periegesi di Pausania. In visita nel demo attico di Ramnunte, il Periegeta mette infatti in relazione la vittoria conseguita dagli Ateniesi a Maratona contro i Persiani, nel 490 a.C., e la dedica della statua della divinità greca Nemesis nel santuario locale, scolpita con un blocco di marmo pario che i nemici avevano portato con loro, con il proposito di farne un trofeo, certi che avrebbero avuto la meglio nello scontro. Una tradizione, probabilmente, nata in epoca più tarda, ma che in modo efficace ammonisce dal superamento di limiti, consentiti all’umano, e ricorda l’alternarsi inesorabile delle sorti.