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ARMANDO BISANTI

Modalità e tipologie dell’epica normanna tra Francia, Inghilterra e Italia meridionale

Abstract

Attraverso la presentazione e l’analisi – ovviamente parziali e circoscritte ad alcuni passi-campione, opportunamente scelti – di quattro testi variamente afferenti alla produzione epica di età normanna, in volgare e in latino, in Francia (la chanson di «Gormont et Isembart»), Inghilterra (il «Carmen de Hastingae proelio» attribuito a Guy d’Amiens) e Italia meridionale (i «Gesta Roberti Wiscardi» di Guglielmo il Pugliese e il «Liber ad honorem Augusti» di Pietro da Eboli), tra la seconda metà dell’XI secolo e l’ultimo scorcio del XII, si tenta di enucleare alcune delle modalità e delle tipologie distintive di tale produzione epica. Gli elementi costitutivi di tale produzione, a grandi linee, sono i seguenti: 1) il richiamo alla tradizione epica classica (da Virgilio a Lucano a Stazio), tardoantica (da Claudiano a Corippo) e medievale (da Ermoldo Nigello ad Abbone di Saint-Germain), non disgiunto talora (soprattutto nel caso del «Carmen de Hastingae proelio») da evidenti e innegabili contaminazioni con le tipologie della saga e/o della leggenda “popolare”; 2) la forte componente encomiastica e celebrativa – unita alla dimensione di committenza e di “ufficialità” – rilevabile, soprattutto, nella raffigurazione di personaggi, a loro modo, “eccezionali” per coraggio, valentìa nelle armi, forza morale e carisma psicologico; 3) l’impostazione talvolta “provvidenziale” e salvifica che gli autori desiderano imprimere alla loro narrazione e, in particolare, ai protagonisti che in essa si muovono e agiscono (tematica, questa, soprattutto evidente nella figura di Roberto il Guiscardo così come delineato e presentato da Guglielmo il Pugliese nel suo poema); 4) il gusto “moderno” – di una modernità, però, certamente non dimèntica delle scaturigini dell’epica classica – per un componimento in genere e tendenzialmente “breve” (il più ampio dei poemi esaminati sono i «Gesta Roberti Wiscardi», in ogni caso quantitativamente assai più ridotti non solo dell’«Eneide», della «Pharsalia» o della «Tebaide», ma anche della «Iohannis» di Corippo), racchiuso attorno a una singola geste (come in «Gormont et Isembart» e nel «Carmen de Hastingae proelio») o a un singolo personaggio che assume un rilievo protagonistico (Roberto il Guiscardo ed Enrico VI, rispettivamente in Guglielmo il Pugliese e in Pietro da Eboli), ancorché non esclusivo.