Skip to main content
Passa alla visualizzazione normale.

ROSA MARIA VITRANO

CULTURAL HERITAGE Recupero Valorizzazione Innovazione

  • Authors: Vitrano, RM
  • Publication year: 2010
  • Type: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
  • Key words: abusivismo, tecniche di recupero, riqualificazione ambientale, rigenerazione edilizia
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/56134

Abstract

Benedetto Colajanni diede un importante contributo alla ricerca APRAE "Analisi Prevenzione e Recupero dell’Abusivismo Edilizio", da me coordinata dal 2005 al 2008, presso il Polo Universitario di Agrigento, dell’Università degli Studi di Palermo. L’abusivismo edilizio è un’emergenza territoriale che esige un’approfondita conoscenza del fenomeno e la giusta padronanza tecnica per formulare strategie di intervento efficaci e tempestive. Se in passato, dal primo dopoguerra fino alla metà degli anni ’60, il forte sviluppo demografico portò ad un abusivismo povero di qualità (la cosiddetta edilizia spontanea caratterizzata da forme di autocostruzione mediante l’uso di maestranze locali), dagli anni ’70 si assiste ad un vero e proprio fenomeno di abusivismo speculativo, dapprima in forma lieve, poi in forme sempre più organizzate di produzione e vendita di immobili (da qui lottizzazioni abusive/edificazione di interi quartieri), in risposta ad un aumento della domanda di alloggi economici. Al problema dell’espansione edilizia e al sorgere delle periferie degradate, si allinea il proliferare di edificato negli ambienti a vocazione turistica, principalmente in aree costiere. A questi contesti fisici dell’abusivismo - fa notare M. Isabella Amirante - va aggiunto , anche queste aree sono state oggetto di varie forme di “occupazione abusiva”. Ed ancora, le aree archeologiche, in Italia come in altre parti d’Europa e del mondo, sono state violate da atti di abuso: dall’area archeologica della Valle dei Templi di Agrigento, all’Acropoli di Atene, alla Valle dei Re in Egitto. Da qui si trae come, nel corso dei decenni e soprattutto nelle “regioni a sud del mondo”, si è impiantato via via un abusivismo diffuso, talora puntuale, talora compatto, che inevitabilmente ha trasformato i tratti paesaggistici originari. Aldo Norsa fa rilevare che il recente e catastrofico rapporto di Legambiente “Mare Monstrum 2007”, riporta che . Oggi dunque prevale un abusivismo con un forte senso speculativo, una “sommatoria di illegalità” edilizie disseminate/diffuse sul territorio. Il fattore sociale è senza dubbio centrale – dice Benedetto Colajanni - sia nello studio del fenomeno, sia nella scelta delle metodologie di intervento. Dalle favelas del Sud America, ai luoghi dell’emarginazione delle nostre periferie, ai quartieri storici degradati, la progettazione partecipata può essere un utile strumento di recupero. Consideriamo poi, che la partecipazione rientra fra gli obiettivi della contemporaneità e che i metodi di architettura partecipata hanno un background –soprattutto in Inghilterra – spesso con esempi di un certo valore. Sulle possibili strategie di intervento, gli strumenti della partecipazione costituiscono dunque un ambito di approfondimento specifico.