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LIVIO TORTA

Microorganismi fungini associati a vari stadi di Vespa orientalis L.

  • Authors: Ragusa, E.; Lamendola, M.; Cerasa, G.; Rizzo, R.; Torta, L.
  • Publication year: 2025
  • Type: Abstract in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/684645

Abstract

Vespa orientalis, imenottero termofilo, rappresenta una minaccia significativa per il settore apistico, soprattutto nel Sud Italia, dove il clima, idoneo alla sua diffusione, induce l’incremento del numero di colonie e, quindi, una maggiore pressione sugli alveari di Apis mellifera. Fino ad oggi, le metodologie di controllo si sono basate principalmente sull’uso di trappole e sulla distruzione dei nidi da parte di operatori specializzati. Tuttavia, queste strategie, spesso molto dispendiose e complicate, non hanno portato ai risultati sperati. Le trappole, sebbene abbiano dimostrato un certo grado di efficacia nel catturare esemplari adulti, sia operaie che fondatrici, non riescono a contenere in modo significativo la crescita delle popolazioni. Inoltre, l’eliminazione fisica dei nidi risulta essere particolarmente complicata. Alla luce di questi insuccessi e nella necessità di trovare valide alternative, è stata avviata un’indagine sulla presenza di micopatogeni nelle colonie attive di calabroni, da impiegare in saggi di lotta biologica, nell’intento di mettere a punto strategie sostenibili ed ecocompatibilì, più efficaci rispetto ai metodi tradizionali. I primi risultati sono promettenti. Sono stati analizzati individui di V. orientalis di diverse età e provenienti da nidi situati in differenti località, riscontrando la presenza di colonie fungine appartenenti al genere Paecilomyces, che include specie note per la loro entomopatogenicità. Questo suggerisce che alcune specie di funghi potrebbero avere un impatto sulla popolazione di V. orientalis, influenzandone la vitalità e la capacità riproduttiva. L’individuazione di funghi entomopatogeni rappresenta un passo fondamentale nella ricerca di un metodo di controllo biologico efficace. L’utilizzo di tali microrganismi potrebbe contribuire a ridurre la quantità di colonie in un determinato territorio e la pressione dell’imenottero sugli alveari, favorendo la sopravvivenza delle api mellifere e garantendo, quindi, una maggiore produttività del settore apistico. A tal proposito, risultati preliminari da noi ottenuti impiegando colonie di Beauveria spp. hanno fornito, incoraggianti prospettive per un loro impiego nel biocontrollo del calabrone.