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GENNARO SCHEMBRI

Il cinema, che meraviglia! I trucchi della visione dalla Lanterna magica a Méliès

Abstract

Chi osserva il cinema in una prospettiva temporale considera la serata inaugurale del cinematografo Lumière come un momento, una tappa fondamentale del lungo percorso di intuizioni, scoperte e invenzioni che lentamente condusse alla rappresentazione fotografica del movimento. Dalle fantasmagorie di Robertson al Teatro ottico di Reynaud, passando per panorami e diorami, è un susseguirsi di meraviglie della visione nelle quali lo schermo sempre più si costituisce come soglia che gioca con l’inconscio degli spettatori e con le proiezioni dei loro desideri, fino a proporre il voyeurismo come motivo prediletto del cinema nascente. E se è il corpo (già soggetto delle lastre dagherrotipiche, degli studi sul movimento di Marey e Muybridge e protagonista dei Life Models inglesi) a divenire con i film di Edison e dei Lumière unità di misura dello spazio e del tempo, oggetto di visione e testimone della storia, è l’occhio – organo ingannevole della vista – a consentire che la fotografia in movimento attivi nello spettatore la sospensione dell’incredulità, tanto da farlo impaurire alla vista delle scena di un treno in corsa oppure meravigliare di fronte alle immagini “a trucchi” di Méliès in cui un musicista si sdoppia in altrettanti suonatori. Splendore del vero, allucinazione e inganno, il cinema che meraviglia!