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ANDREA SCIASCIA

L'identità di architettura e urbanistica

Abstract

Ragionare sull'identità di architettura e urbanistica richiama alla mente i dibattiti degli anni Ottanta e Novanta del XX secolo, dedicati al rapporto tra piano e progetto, Gli argomenti di quelle dispute costituiscono un momento intermedio per comprendere l'origine e le "derive" odierne di due fronti opposti, In realtà, affrontare tale argomento dalla prospettiva offerta da Zevi, implica la preliminare definizione di un punto di vista idoneo dal quale inquadrare il tema. Da un'osservazione ravvicinata risaltano i solchi profondi fra discipline contigue generati da miopi interessi accademici, e si rischia di intraprendere una partenza incerta o addirittura del tutto distorto, In alternativa, andare indietro di qualche decennio consente una migliore comprensione dello posizione di Zevi rispetto ad una presunta linea ortodossa. Tale ricerca equivale a scavare alle origini del Movimento Moderno e fare luce fra le sue molte interpretazioni, dopo avere capito che l'invenzione storiografica - il Movimento Moderno per l'appunto - copriva un corpo tutt'altro che monolitico (Gregotti 1983; Scalvini, Sandri 1984; Gravagnuolo 1991: 343). Superata l'ipotesi del blocco unico, conoscere l'architettura del XX secolo equivale o navigare in un fluido denso che tiene insieme alcuni arcipelaghi, cioè molti differenti protagonisti e modi di pensare l'architettura e la città, Mantenere una rotta, tenendo saldo il timone nella direzione deil'architettura organica ha quasi inevitabilmente generato una distanza da alcune deviazioni che, in alcuni casi, l'architettura contemporanea, ha compiuto rispetto alle premesse culturali ed etiche poste alla base di quello che è stato, tra Ottocento e Novecento, il modus hodiernus. Per attenuare la distanza tra eresia e falsa ortodossia si utilizza un preambolo a più voci grazie ci quale l'assoluta inscindibilità tra architettura e urbanistica, proposta da Bruno Zevi, è condivisa, seppur con alcune differenze, da Ludovico Quaroni e Giuseppe Samonà.