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MARIA ANTONIETTA RUSSO

Relazioni di potere e gestione patrimoniale nella Sicilia medievale. L'abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro (secoli XIII-XV)

Abstract

Nel panorama di dispersione che caratterizza gli archivi isolani, il monastero di Santa Maria del Bosco di Calatamauro presenta la peculiarità della conservazione di un ricco tabulario custodito nel diplomatico dell’Archivio di Stato di Palermo. Il suo studio, integrato con fonti archivistiche e manoscritte, brandelli di memoria rinvenuti in diversi Archivi della Penisola, ha consentito di delineare la storia dell’abbazia, definendone la ricchezza patrimoniale e i rapporti con i poteri locali. Le trasformazioni del cenobio alla continua ricerca dell’accrescimento del culto divino fanno emergere il caso di Santa Maria del Bosco dal panorama degli eremitaggi sorti in Sicilia a partire dalla fine del XIII secolo. Benedettini, poi Olivetani e, infine, Agostiniani popolarono l’abbazia in sei secoli scanditi da uno stretto rapporto con i poteri laici dell’area, ma segnati anche da ricorrenti dispute con il vescovo di Agrigento ostinato nel tentativo di imporre la sua giurisdizione. Una storia che si districa tra poteri signorili ed ecclesiastici, Corona e Papato e che con incessanti concessioni signorili e regie e con innumerevoli donazioni di privati costruisce la grandezza del cenobio, data da un ingente patrimonio costituitosi con lasciti di privati ma accresciuto grazie all’indiscussa abilità imprenditoriale e gestionale dei monaci.