L'efficacia esecutiva del verbale di conciliazione

Abstract

L’indagine affronta, al primo paragrafo, taluni specifici problemi correlati alla qualificazione - da tenere ferma nonostante le spesso infelici scelte normative - del verbale di conciliazione come titolo esecutivo “stragiudiziale”. Al secondo ed al terzo paragrafo vengono esaminate le difficoltà interpretative connesse alla scelta di subordinare l’efficacia del titolo esecutivo ad un procedimento di omologazione. Si affrontano, quindi, i profili problematici correlati al procedimento di omologazione, ed ai limiti del controllo giurisdizionale in questa fase. Ci si interroga - infine - sulla probabile non omologabilità (e comunque sull’inefficacia come titolo esecutivo) di un verbale di “conciliazione” che si limiti a rinviare ad un separato accordo, qualora anche questo non sia allegato materialmente al verbale sottoscritto dal mediatore. Al quarto paragrafo si esaminano i possibili rimedi avverso i provvedimenti di accoglimento o rigetto dell’omologa, con particolare riferimento a revoca, modifica e reclamo. Infine ci si occupa della reiterabilità dell’istanza, in caso di suo rigetto. Al quinto paragrafo si analizzano le conseguenze della scelta del legislatore di attribuire efficacia esecutiva al verbale, anche ai fini delle esecuzioni per rilascio di immobili. Lo strumento della mediazione diviene, in tal senso, un’arma assai potente, in sede di stipula dei contratti di locazione, per evitare gli sfratti. Nell’ultimo paragrafo si esamina la questione - di soluzione tutt’altro che agevole - dell’efficacia esecutiva dei verbali delle “altre” conciliazioni, sopravvissute al d.lgs. 28/2010. Un particolare rilievo viene dato alle conciliazioni in materia telefonica, ove l’efficacia esecutiva è stata sempre affermata - forse con eccessiva disinvoltura - dal Garante.