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ANTONELLO RUSSO

L'Area dello Stretto tra prossimità e distanza

Abstract

Composta da entità autonome, distinguibili per morfologia, identità e storia, questa minuta porzione di mondo, pur nella ridotta dimensione dei suoi confini, ascrive i suoi contorni nelle rievocazioni del mito configurando nella sua riconoscibilità globale il paradosso di un’alternanza di opposizioni e convergenze che definiscono nella prossimità delle sue terre e nella distanza dei percorsi programmatici intrapresi al loro interno i significati chiave della sua stessa identità geografica. La moltitudine di termini con i quali nel tempo è stata individuata - comprensorio, conurbazione, regione, area, territorio - nel sottolineare l’indecisione verso la riconoscibilità di un soggetto unitario, ha caratterizzato le stagioni di studio di ricercatori autorevoli che su questo tema hanno concentrato l’attenzione. Descritta da Lucio Gambi nella sua componente geografica, inquadrata nella sua evoluzione storica da Piero Bevilacqua e Augusto Placanica, pianificata nelle proposte di piano Giuseppe e Alberto Samonà, Ludovico Quaroni, Antonio Quistelli, Sergio Musmeci, Paolo d’Orsi Villani, Leonardo Urbani, l’Area dello Stretto, nella sua interezza, pone le premesse per un progetto sul territorio in grado di tramutare la prossimità delle sue strutture in dovuta distanza di scelte ed obiettivi per un piano di azioni tendente ad una virtuosa complementarietà tra i due versanti necessaria ad una nuova rappresentazione del territorio confluente in una coerente immagine di paesaggio in linea con la storia recente delle sue terre.