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RENATA PRESCIA

Il processo Artistico-Industriale a Palermo negli anni di Boito

Abstract

Il convincimento di riunire insieme i prodotti dell’arte e dell’industria, «obiettivo rivoluzionario in un periodo in cui i custodi del bello ancora disprezzavano le macchine e si aggrappavano saldamente alla distinzione fra arti ‘maggiori e arti ‘minori’»1, in Sicilia e a Palermo in particolare era reso possibile dalla presenza della famiglia Florio, protagonista del rinnovamento industriale, di una borghesia illuminata, e di artisti e uomini di cultura di notevole spessore (i Basile, Damiani Almejda, i pittori Giovanni Lo Jacono e Rocco Lentini) che seppero cogliere i fermenti provenienti dal- la cultura delle Arts and Crafts essendo, alla ne dell’Ottocento, la Sicilia fortemente influenzata da una comunità inglese residente in città e rappresentata dai Whitaker e dagli Ingham. Personaggio centrale di questa ricca Palermo "fin de siécle", la Palermo ‘felicissima’ come generalmente è riconosciuta, è l’architetto Giovan Battista Filippo Basile (1825-91), attorno al quale si intrecciano tutte le proposte di riforma, in materia di insegnamento e di Arte, egualmente finalizzate ad instaurare una unità operativa di arti tecniche e architettura.