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ANTONIO PERRONE

IL DIRITTO ALLA RIGENERAZIONE DEI BROWNFIELDS IN UNA PROSPETTIVA DI FISCALITÀ CIRCOLARE

Abstract

Nell’analizzare il tema delle incentivazioni fiscali a favore delle attività di rigenerazione dei brownfield, il contributo mira a comprendere se esse debbano necessariamente qualificarsi come agevolazioni, rimanendo così attratte all’area della c.d. extra-fiscalità e recando con sé tutta la problematica del limite delle agevolazioni sotto il profilo dell’uguaglianza sostanziale, o se invece possano essere viste come una forma alternativa di concorso alla spesa pubblica. Il punto di partenza dell’indagine è l’individuazione di un interesse generale che possa giustificare, nell’ottica dell’extra-fiscalità, l’utilizzo strumentale del tributo per finalità diverse da quelle sue proprie; interesse che viene individuato nell’idoneità dell’incentivazione fiscale a perseguire valori di rilevanza costituzionale improntati a criteri solidaristici e volti alla tutela di istanze sociali. Tale interesse si ritiene riscontrabile nelle attività rigenerative dei brownfield nella misura in cui esse, concretizzando il contenuto dei c.d. diritti urbani degli individui che li popolano, tendono a tutelare interessi generali (di tutti e di ciascuno) che sono proprio ispirati a valori sociali e solidaristici che permeano la nostra Costituzione. Risolta tale questione preliminare, il contributo si concentra sulla possibilità di utilizzare, quale strumento di incentivazione fiscale, il credito d’imposta, il che consentirebbe di attrarre tali forme incentivati nell’area della fiscalità propriamente detta, potendosi configurare l’utilizzo del credito, non come una forma agevolativa consistente nel pagare di meno, ma come un modo per imprimere una destinazione specifica ad una parte dei tributi (comunque) pagati e dando così vita ad una forma di <>.