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MANUELA MILONE

Vedutismo e Cartografia:la rappresentazione della città di Palermo ttra il '700 e l'800.

Abstract

Abstract Scopo della presente memoria è quella di mettere in relazione cartografie e vedute, capire quanto e come le due rappresentazioni si relazionavano. La sottile linea che separa la cartografia ed il vedutismo della città di Palermo si comincia a delineare solamente verso la seconda metà del settecento. Infatti, fino al ‘600, sia le cartografie che le vedute si avvalevano del condizionamento degli strumenti tecnico-rappresentativi del secolo precedente e cioè di immagini nitide e attente del dato topografico, atte alla conoscenza della forma urbis racchiusa fra le mura e con ben delineate le volumetrie edilizie inserite nelle strade. E’ ad opera di alcuni autori locali che nei primi del settecento si ha un processo innovativo. Nonostante queste innovazioni, permangono modelli di impostazione più antichi, che rappresentano sempre la città con lo stesso orientamento, con il mare sempre in primo piano, enfatizzando il tracciato verticale del Cassaro, dando al paesaggio una raffigurazione obliqua quasi coincidente con la linea d’orizzonte. Tale impostazione dava forza alla configurazione urbana ed alla sua geometria fortemente regolare, ed in più dava una verosimiglianza rappresentativa facendo avvicinare la visione cartografica all’impaginazione vedutistica. Questa duplice visione dava forza alla configurazione urbana ed alla sua geometria fortemente regolare, ed in più dava una verosimiglianza rappresentativa facendo avvicinare, così, la visione cartografica all’impaginazione vedutistica.