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LUCIANA MACALUSO

Onda Liberty

Abstract

Lo studio, condotto attraverso il progetto di architettura come strumento di verifica e sintesi di alcune delle complesse istanze del contesto, ha esplorato le potenzialità semantiche dei luoghi, prime tra tutte quelle dell’assenza. Il tema è richiamato dalle frammentarie memorie di Villa Deliella nascoste dietro cartelloni pubblicitari; dai resti ricoperti dall’asfalto di un parcheggio; dalla presenza del Giardino Inglese occultato, sul lato di piazza Crispi, dietro il reclusorio delle Croci che, a sua volta, cela “altro” con la cortina progettata da G.B.F. Basile. È sintomatica anche la relazione con la città storica, diversa morfologicamente, e quella con la città “nuova”, troppo distante anche culturalmente. Sono nascoste le cave, che nell’immaginario comune permeano in modo diffuso tutta l’area come una città ribaltata. Questi riferimenti invisibili sono, invece, solchi profondi e direttrici immediate nella percezione di chi si approccia, anche per la prima volta, a questo spazio urbano. Il progetto si fonda sul riconoscimento delle relazioni urbane descritte, che s’intende contribuire a svelare. Si propone la metafora di una nave sospesa su un fluido modellato da onde: un corpo orizzontale – la galleria su pilotis – polo centrale del Museo della Città Liberty su una piazza concepita come suolo increspato. La nave rappresenta un invito a stabilire interazioni fra luoghi e culture anche lontane, le onde configurano lo spazio intermedio. L’architettura-nave è ancorata saldamente su un mare di pietra solcato da una vegetazione mutevole (essenze con cicli stagionali differenziati e riferibili all’iconografia liberty) che costituisce una galleria di connessione con le aree verdi dei giardini Inglese, Garibaldi e del parco di Villa Trabia. Un albero maestro supporta un velario leggero: dall’alto si osserva, da un lato, la città storica e, dall’altro, ci si proietta verso la sfida della città contemporanea.