Le macrofite non-indigene nelle Aree Marine Protette italiane
- Authors: Mannino, A.M.; Serio, D.
- Publication year: 2024
- Type: Contributo in atti di convegno pubblicato in rivista
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/692268
Abstract
Le invasioni biologiche sono considerate uno dei principali drivers della perdita di biodiversità. Le specie non-indigene (NIS) possono diventare, nel tempo, invasive, e avere un significativo impatto sull’ambiente, causando ad esempio perdita di biodiversità e alterazione dei servizi ecosistemici. Il Mediterraneo, uno dei più importanti hotspot di NIS marine a livello mondiale, in termini sia di numero di specie che di ritmi di introduzione, sta registrando un rapido incremento di NIS. Le AMP, il cui obiettivo principale è la conservazione della biodiversità, sono vulnerabili alle invasioni biologiche e l’impatto che le NIS possono avere in queste aree può essere particolarmente dannoso. E’ pertanto fondamentale monitorare le NIS all’interno delle AMP al fine di pianificare efficaci strategie di conservazione. Dalla ricerca, basata su dati di letteratura e osservazioni personali, è emerso che lungo le coste delle AMP italiane sono ad oggi presenti 27 macrofite aliene contro le 65 segnalate lungo le coste dell’Italia. La macrofita aliena più frequentemente segnalata è Caulerpa cylindracea Sond. Dal nostro studio sono emerse differenze tra le AMP relativamente al numero di macrofite aliene, che potrebbero essere dovute a ragioni diverse, ad esempio differenze nel numero di studi condotti o diversa posizione geografica. Nelle AMP siciliane, in particolare Egadi e Ustica (Tirreno), Pelagie (Stretto di Sicilia), Ciclopi e Plemmirio (Ionio) si registra il maggior numero di macrofite aliene. Le AMP non sono quindi immuni alle invasioni biologiche e ciò evidenzia come la protezione non ostacola l’introduzione e la diffusione delle NIS. Una gestione efficace delle NIS all’interno delle AMP deve prevedere regolari attività di monitoraggio che consentano di rilevare nuove introduzioni e di seguire la diffusione delle NIS già presenti. Questo lavoro rappresenta un importante punto di partenza per colmare i gaps esistenti e per creare una lista delle NIS nelle AMP Italiane che possa essere regolarmente aggiornata.
