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MARIO LICATA

Rosmarino

  • Authors: La Bella, S; Licata, M
  • Publication year: 2009
  • Type: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
  • Key words: Tecnica colturale della specie, trasformazione, confezionamento, commercializzazione, aspetti merceologici.
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/46291

Abstract

Il genere Rosmarinus appartiene alla famiglia delle Lamiaceae. Diverse sono le interpretazioni sull’origine del nome del rosmarino. Per molto tempo si è pensato che il nome generico derivasse dal latino “ros” (rugiada) e “marinus” (marino), da cui “rugiada di mare”. Attualmente, gli etimologi sono concordi nel sostenere che la parola rosmarino provenga dal greco “rhos” (arbusto) e “myrinos” (aromatico), da cui “arbusto aromatico”. Questa seconda spiegazione sembra la più convincente in quanto rileva il carattere tipicamente aromatico della specie. Per l’Italia, il Pignatti riporta la specie Rosmarinus officinalis L., che si trova allo stato spontaneo nelle isole e lungo le coste della penisola, con esclusione di quelle del medio ed alto Adriatico. Diverse sono le varietà botaniche appartenenti alla specie R. officinalis che si differenziano in base al portamento della pianta, alle dimensioni e al colore delle foglie, al colore dei fiori. Nella Flora Europaea, il Tutin descrive due specie R. officinalis L. e R. eriolaxis, che si differenziano per la presenza di soli peli stellati il primo e di peli stellati e ghiandolari il secondo. Il rosmarino è un specie tipica del bacino del Mediterraneo, è comune nel nord dell’Africa e sud-est dell’Asia. Si ritrova in ambienti con altitudine variabile da 0 a 800 m s.l.m. e fino a 1.500 m s.l.m. solo nelle regioni mediterranee. È una specie termofila, richiede un clima temperato o temperato-caldo con temperature comprese tra 9 °C e 28 °C.