Skip to main content
Passa alla visualizzazione normale.

LUCIANO LANDOLFI

Properzio e Cornelio Gallo: il modello 'cogente', il modello 'sfuggente'

  • Authors: Eck, W.; Manca, M.L.-Giorgi, F.; Landolfi, L.; Cresci Marrone, G.; Massa-Pairault, M.-H.; Cristofoli, R.; Zanker, P.; Perrelli, R.; Alvarez Hernandez, A.R:; Holzberg, N.; Dimundo, R.; Keith, A.; Santini, C.; Fedeli, P.; Polara, G.
  • Publication year: 2014
  • Type: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/103149

Abstract

Se la scoperta del papiro di Qaṣr Ibrîm ha ampliato le nostre conoscenze sulla produzione di Cornelio Gallo, la fisionomia di questi distici ha consentito di retrodatare l’apparizione del servitium amoris e delle lamentele sulla nequitia puellae restituendo a Gallo la paternità di entrambi e alla sua poesia un ruolo paradigmatico. Viceversa, per quel che concerne il fr. 4, il complesso legame che intercorre fra le Muse, Licoride e l’autore non permette di ipotizzare diretti influssi sulla creazione della figura della puella carminum iudex compiuta da Properzio soprattutto nel secondo libro delle Elegie. Un modello soggetto a continui riadattamenti appare viceversa il fr. 3, dedicato alla maxima pars historiae: la prospettiva di un trionfo bellico memorabile appare in ogni caso come la prima testimonianza di un interesse della poesia elegiaca (o ‘epigrammatico-elegiaca’) nei rispetti di un evento capace di trasformare il Caesar di turno nel personaggio più significativo della storia romana, il cui ritorno costituisce un’occasione di tripudio sul piano collettivo e sul piano personale. Dunque, Cornelio Gallo avrebbe allargato i confini dell’elegia augustea (o dell’epigramma augusteo) a tematiche di carattere politico, una scelta densa di conseguenze soprattutto per Properzio per il quale il peso del modello dovette risultare molto più significativo di quanto i moderni non possano verificare.