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GIULIA LETIZIA MAURO

TECAR-TERAPIA NELLE TENDINOPATIE DELLA CUFFIA DEI ROTATORI:NOSTRA ESPERIENZA

  • Authors: SANGUEDOLCE, G; VENZA, C; CATALDO, P; LETIZIA MAURO, G
  • Publication year: 2009
  • Type: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
  • Key words: TECAR,TENDINOPATIE CUFFIA DEI ROTATORI
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/43373

Abstract

Le tendinopatie della cuffia dei rotatori rappresentano la causa più frequente di dolore e disabilità della spalla che possono insorgere sia a seguito di episodi traumatici, che in conseguenza di eventi degenerativi da sovraccarico. Si verificano con maggiore frequenza nei soggetti di età superiore ai 45 anni e colpiscono con la stessa frequenza entrambi i sessi. La severità della sintomatologia dolorosa e della conseguente ipostenia possono determinare la riduzione dei movimenti di antepulsione e retropulsione, rotazione esterna e interna, abduzione e adduzione, determinando la riduzione della funzionalità articolare. Una popolazione di 30 soggetti che presentavano una tendinopatia della cuffia dei rotatori, trattata in modo conservativo, è stata suddivisa in due gruppi: il gruppo A (età media 53,2 anni, 6 donne e 9 maschi) e’ stato trattato con terapia fisica combinata (ionoforesi, tens, ultrasuoni e laserterapia) e rieducazione funzionale, il gruppo B (età media 47,1 anni, 8 donne e 7 maschi) è stato trattato con trasferimento energetico capacitivo-resistivo (tecar-terapia) a giorni alterni e rieducazione funzionale. I criteri di esclusione sono stati: donne in gravidanza, soggetti affetti da neoplasie, infezioni, deficit della sensibilità, coagulopatie, tromboflebiti, e portatori di pacemaker o protesi. I due gruppi sono stati valutati mediante l’utilizzo delle scale di Barthel per la determinazione della qualità della vita, la scala VAS per il dolore, la scala Simple Shoulder Test per la valutazione specifica dell’articolazione. Le valutazioni, effettuate al termine del trattamento riabilitativo (quarta settimana e successivamente ottava settimana), hanno dimostrato un miglioramento in termini di riduzione della sintomatologia dolorosa e del ripristino della funzionalità articolare per i pazienti del gruppo B. Nel nostro studio il trattamento con terapia a trasferimento energetico capacitivo-resistivo associato a rieducazione funzionale, ha consentito la regressione della sintomatologia dolorosa già a partire dalla seconda settimana, il recupero precoce del ROM passivo e attivo, il ripristino della forza muscolare e il miglioramento dell’autonomia funzionale nello svolgimento delle ADL.