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FABIO LA MANTIA

L’unità Discordante. Una lettura de I Figli Della Mezzanotte di Salman Rushdie

Abstract

Lo studio in questione si configura come un’indagine sui meandri storici, politici, culturali e religiosi dell’India prima e dopo l’indipendenza. Questi aspetti costituiscono il cuore pulsante e l’anima de I Figli della mezzanotte, l’opera più celebrata del corpus narrativo di Salman Rushdie e una delle pietre miliari della scena letteraria contemporanea. Il testo dello scrittore indiano assume la fisionomia di un’epopea moderna, a tratti comica, di un testo magmatico e carsico per chi appare estraneo alle dinamiche e alle atmosfere di un Paese sconfinato e multiculturale come l’India stessa. Siamo di fronte a un romanzo che, nella sua complessa orditura, sfugge a ogni tipo di categorizzazione estetica e di genere, appellandosi a qualsiasi risorsa stilistico-retorica, pur di perseguire il suo vero obiettivo: la ricerca dell’identità tra la frammentazione dell’esistente. Al fine di poter dimostrare il raggiungimento di tale unicità, ossia di un Sé specificatamente indiano, l’analisi condotta sfrutta una serie di avamposti teorico/pratici, cinque per l’esattezza, propedeutici a tale esigenza: postcolonialismo, realismo magico, incertezza religiosa, ibridismo e feticismo.