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MARCO DI DONATO

Fondamentalismi e radicalismi nel mondo arabo contemporaneo

Abstract

Osservando ed analizzando i recenti mutamenti politici, economici nonché sociali che stanno attraversando, seppur con intensità variabile, il mondo arabo ed islamico, non è possibile non sottolineare quanto le contemporanee fenomenologie, politiche quanto sociali, legate all’islamismo siano determinanti nel determinare il futuro del Nord Africa come anche del Vicino e Medio oriente. Lungi dall’essere relegate in secondo piano, tali fenomenologie si affermano sullo scenario mediatico internazionale divenendo oggetto di interesse tanto per studiosi ed accademici quanto, soprattutto, per l’opinione pubblica generale la quale si trova a dover maneggiare, senza averne invero troppa familiarità, termini come salafismo e jihadismo. Non è qui nostra intenzione puntare ad una disamina accurata ed approfondita di realtà come IS (o ISIS, o ISIL, o più correttamente in arabo Daish o Daesh a seconda delle traslitterazioni che si vogliano utilizzare), quanto piuttosto si intende proporre una prospettiva diacronica per giungere ad una più complessa comprensione dell’articolata natura di tali fenomenologie. Cercherò di essere più chiaro. Se oggi Daesh si richiama ad un’ideale di califfato da restaurare nella regione levantina, se invoca il jihad contro l’occidente e se la teoria di scontro delle civiltà proposta da Samuel Huntington viene riportata oggi alla nostra attenzione, ebbene varrà dunque la pena di fare un passo indietro ed analizzare, storicamente, una pur limitata porzione di storia che a tali eventi è comunque legata. Per analizzare quella che il prof. Massimo Campanini ha definito l’utopia retrospettiva che una parte dei movimenti islamisti a noi contemporanei è d’uso far propria, occorre necessariamente indagare le radici in cui tale utopia affonda la propria presunzione d’essere.