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GIUSEPPE DI BENEDETTO

Memoria e innovazione nella pratica dell'architettura

Abstract

Il saggio tenta di dimostrare come la celerità dei processi di modificazione con cui si manifesta l’innovazione, sembra aver privato l’architettonico della propria capacità rammemorante. I tempi della trasformazione non paiono lasciare spazio alla consueta sedimentazione delle conoscenze, la cui presenza viene sempre più rimpiazzata dall’immagine effimera che ne proietta all’esterno il sistema mediatico. Ripensare, oggi, la dialettica tra memoria e innovazione nel progetto contemporaneo significa pertanto interrogarsi sulla capacità della disciplina di resistere a un consumo che sembra ridurla sempre più a una tendenza di moda. La cultura italiana, a fasi alterne, è stata spesso protagonista di prima grandezza, anche nel recente passato, dei fenomeni che hanno innovato l’architettura. Oggi, sembra che non sia più così. Ci definiscono un paese in declino, senza più maestri (se non qualche ottuagenario considerato, ormai, fuori dalla ribalta) e gli esiti dell’architettura italiana sono di fatto scomparsi perfino dalle riviste nazionali che invece, sono molto attente, nell’aggiornarci sulle ultime novità prodotte fuori dai confini italici. In Europa, molte città sono considerate veri e propri laboratori attivi e permanenti dell’architettura, campo concreto di sperimentazioni progettuali, terreno di confronto culturale proprio sul tema dell’innovazione. In Italia, occorre riconoscerlo, avviene assai di rado che si parli dell’attualità dei processi trasformativi di una città. Tutto questo potrebbe provocare un disagio ideologico esistenziale che sembrerebbe manifestarsi attraverso la tendenza a un’insana aspirazione verso un’anacronistica immobilità storica. Tuttavia essere fuori (o ai margini, se si preferisce) da certe tendenze innovative non produce necessariamente l’arroccamento su posizioni passatiste in difesa di nobili tradizioni, ma può aiutare a comprendere con maggiore lucidità critica il reale portato del fenomeno architettonico, oggi.