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ELISABETTA DI GIOVANNI

Metafore spazio-visive sulle migrazioni

Abstract

Il saggio si sofferma sulla valenza dei linguaggi filmici e delle docu-realities come strumenti didattici significativi per la conoscenza e analisi della complessa sfera delle migrazioni. In particolare, essi offrono diverse sfaccettature nell’ambito dell’antropologia e della geografia visiva quale campo interdisciplinare che esplora le dinamiche culturali e sociali attraverso l’uso delle immagini visive. Questo approccio metodologico si è dimostrato particolarmente rilevante nello studio delle migrazioni, poiché offre nuove prospettive sulla comprensione dei movimenti umani, delle identità culturali in transizione. La fotografia, il cinema etnografico, i documentari e le registrazioni audiovisive tendono a cogliere non solo i fatti oggettivi legati ai flussi migratori, ma anche il corpus delle narrazioni biografiche, delle emozioni e dei tratti culturali. L’utilizzo di immagini visive arricchisce le tradizionali metodologie di ricerca e agevola la comprensione dell’impatto sociale e culturale delle migrazioni. Inoltre, l’antropologia visuale e la geografia culturale riconoscono l’episteme dell’auto-narrazione dei migranti attanti, partecipando attivamente alla costruzione della narrazione, offrendo una voce diretta ai vissuti. La geoantropologia visuale offre uno strumento ricco ed empatico per indagare sulle complesse questioni legate ai flussi migratori, esplicitando un codice linguistico che è in grado di catturare la complessità delle esperienze migratorie e di far emergere le storie di vita nell’ottica di una narrazione più completa sulle migrazioni e sulle mobilità umane.