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ALESSANDRA DINO

Prospettive dialettiche intorno alla definizione del fenomeno mafioso

Abstract

Il fenomeno mafioso non nasce certo con l’istituzione della legge n. 646, del 13 settembre 1982, fortemente voluta da Pio La Torre e approvata, non già dopo la sua morte (il 30 aprile del 1982) ma solo all’indomani della strage di via Carini, dove persero la vita il prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, la giovane moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Ma in quella data viene dato un nome e un riconoscimento giuridico – suggellato in uno specifico articolo del codice penale, il 416bis – a un fenomeno criminale risalente nel tempo. Su queste diverse prospettive, sulla tardività del parlamento nel legiferare in questa materia e sulle battaglie dialettiche che, negli anni, si sono combattute per stabilire cosa fossero realmente le mafie (nel frattempo divenute plurali) questo breve contributo desidera soffermarsi. Soprattutto oggi che, nel proliferare delle cosiddette “nuove” mafie e nelle mutazioni che le mafie “tradizionali” hanno attraversato per rispondere alle sfide ambientali, il fenomeno mafioso sembra sfuggire a una definizione univoca e in molti richiedono interventi di revisione dello stesso 416bis.