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ALESSANDRA DINO

Donne e mafia

Abstract

Le riflessioni e le analisi in tema di mafie e consorterie criminali si sono occupate – fino a qualche anno addietro – piuttosto distrattamente delle figure femminili. In particolare, gli studi sull’organizzazione mafiosa Cosa Nostra, si sono limitati per lungo tempo a prendere atto della “storica” esclusione delle donne dalla sfera pubblica del potere e dall’esercizio di funzioni formalmente ed esplicitamente riconosciute in seno al consorzio criminale. Dal canto suo, anche l’organizzazione mafiosa ha sempre, strumentalmente, tenuto a sottolineare – in particolare nei confronti del mondo esterno – l’estraneità della donna rispetto alla struttura organizzativa del gruppo, caratterizzato da una rigida monosessualità, in cui alle figure femminili sono state riconosciute semplici funzioni di silenziose tutrici della famiglia, dedite all’educazione dei figli, pienamente calate nel ruolo di mogli e compagne fedeli.