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ALESSANDRA DINO

Dalla parte di Caino? Aspetti teorici, dati empirici, stereotipi e politiche di intervento sul caso degli uomini maltrattanti

Abstract

Partendo dai dati empirici raccolti nel corso di un progetto Prin su Rappresentazioni sociali della violenza sulle donne: il caso del femminicidio in Italia – e, in particolare, dai risultati emersi dallo studio sulle rappresentazioni del femminicidio nei procedimenti giudiziari – il saggio affronta il controverso tema del profilo dell’uomo maltrattante intorno al quale si concentrano stereotipi e timori sociali ma la cui conoscenza è un tassello indispensabile per affrontare – con il necessario “distacco analitico” – il fenomeno della violenza di genere, evitando derive esorcizzanti o altrettanto pericolosi scivoloni paternalistici, patologizzanti e moralizzanti. Il quesito centrale riguarda il “come” si costruisca (attraverso quali saperi, quale “battaglia dialettica”) la rappresentazione sociale dell’uomo maltrattante, ponendo al centro l’ottica giudiziaria (il contributo del campo giuridico e la sua pretesa di “verità”) e studiando l’interazione (e i rispecchiamenti) delle definizioni giudiziarie in quelle elaborate dai mass-media, dagli organismi politici e dalla pubblica opinione. Basandosi su dati empirici di prima mano (raccolti con strumenti di natura quali-quantitativa) e attraverso lo studio di documenti (nazionali e internazionali), ricerche e proposte di legge, si cercherà di destrutturare i pregiudizi che associano la violenza di genere a situazioni di pregressa patologia, mettendo in luce la “normalità” del profilo dell’uomo maltrattante (spesso occupato e scolarizzato, raramente con storie di dipendenze da alcool o sostanze stupefacenti e ancor meno con disturbi psichici conclamati). Si richiamerà l’importanza del contesto relazionale, politico, economico, dentro cui matura la violenza contro le donne, in vista dell’adozione di politiche preventive che evitino di trasformare il magistrato in un imprenditore morale, deresponsabilizzando, da un lato, o esorcizzando, dall’altra, la figura dell’uomo maltrattante. Non indulgendo verso soluzioni semplificanti e approcci securitari – o rappresentazioni stereotipiche spesso veicolate dai mass media – si manterrà il fulcro dell’attenzione sulle vittime della violenza, la cui protezione (insieme a quella dei loro figli) rimane al centro di qualsiasi intervento finalizzato a interrompere la violenza maschile.