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TERESA CILONA

Agrigento: lo sviluppo urbano a quarant'anni dalla frana del 1966.

Abstract

La frana di Agrigento del 19 luglio 1966 ha interessato un’area di circa mezzo chilometro quadrato all’estremo occidentale del centro urbano. La parte più colpita fu la fascia posta a Sud Sud-Ovest del vasto quartiere dell’Addolorata e, precisamente, tra la parte iniziale della via Dante sino alla via S. Stefano, comprendendo la discesa per Porto Empedocle e l’intera area dell’ex Macello Comunale. Tutti gli edifici che erano dentro la zona interessata dalla frana furono rasi al suolo. L’immediato sgombero determinò un’evacuazione di massa. Moltissime le famiglie che lasciarono le proprie abitazioni, portando con se masserizie e generi di prima necessità. Lo stato di emergenza provocò anche un immediato affollamento degli alberghi e delle pensioni. In quei momenti drammatici, molto sentita fu la solidarietà dei parenti e degli amici a sostegno dei sinistrati della frana. Grande fu l’eco sulla stampa e sugli organi di informazione. Agrigento era su tutte le prime pagine dei quotidiani nazionali e regionali. Oltre mille le famiglie senza casa, circa 5.000 persone senza più un tetto dove ripararsi. La frana di Agrigento mise l’Italia di fronte al grande problema dello sviluppo della città, contro qualsiasi forma di sfruttamento intensivo del suolo a scopi edificatori. Agrigento era divenuta l’emblema del dissesto urbano in Italia.