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MICHELE COMETA

Pirandello a Bonn. Su alcuni parerga e paralipomena del Taccuino

Abstract

È noto che Pirandello amò dipingere e disegnare per tutta la vita. Ormai possiamo considerarlo un caso, tra i tanti possibili nel Novecento, di “doppio talento” (Doppelbegabung) . Di recente si è compreso che la sua produzione figurativa, oltre a essere consistente e continuativa, merita di essere considerata, non solo in relazione alle sue opere letterarie, ma come l’attività creativa parallela di un artista versatile che si esercitò, spesso con piglio professionale, nella pittura e nel disegno per tutta la sua esistenza. Proprio nel Taccuino di Bonn, ad esempio, troviamo alcuni dei suoi autoritratti più drammatici e significativi, un tema che ovviamente non poteva abbandonare il Pirandello maturo, forse l’autore più significativo del Novecento per quel che riguarda le questioni legate alla crisi dell’individuo e del soggetto.