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MARCO CAPODICI

La denitrificazione biologica delle acque di falda: studio di tre differenti substrati organici

Abstract

L’uso massiccio di fertilizzanti contenenti azoto è causa dei fenomeni di inquinamento diffuso delle acque di falda. In tale ottica, notevole interesse hanno recentemente riscosso i trattamenti biologici in situ, in grado di promuovere la denitrificazione delle acque di falda mediante la realizzazione di interventi che coniugano efficacia di rimozione e costi relativamente contenuti. Nella nota si riportano i risultati di una ricerca sul processo di denitrificazione eterotrofa, condotta utilizzando come fonte di carbonio tre materiali convenzionalmente considerati di scarto: corteccia di pino, sughero e sansa di olive. Lo studio è stato suddiviso in due fasi: la prima condotta in modalità batch, che ha consentito di valutare le caratteristiche dei substrati utilizzati e l’effettiva capacità di biodegradazione; la seconda condotta su impianti lab-scale in colonna, funzionanti in continuo, che ha consentito di verificare l’effettiva resa degli interventi proposti. Sono state comparate le differenti capacità di rilascio di carbonio organico e le efficienze di denitrificazione conseguibili coi materiali utilizzati. I risultati ottenuti hanno mostrato buoni rendimenti di rimozione, evidenziando sostanziali differenze delle cinetiche di processo tra i vari substrati; in particolare, è risultato che la sansa di olive è il materiale che garantisce le migliori performance di denitrificazione.