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ALIDA COSENZA

Destino dei radionuclidi negli impianti di depurazione delle acque reflue urbane

Abstract

Lo studio presentato in questo lavoro ha avuto come obiettivo il monitoraggio e l’analisi del destino dei radionuclidi negli impianti di depurazione ed è stato condotto in collaborazione tra l’Università di Palermo e ARPA Sicilia. Esso ha previsto lo svolgimento di due fasi sperimentali. Nel corso della prima sono stati monitorati gli impianti di depurazione a servizio dei Comuni di Palermo (in località Acqua dei Corsari e Fondo Verde), Bagheria e Cefalù; nella seconda fase l’indagine è stata limitata al solo impianto di Acqua dei Corsari, nel quale si erano riscontrati in precedenza i maggiori spunti di interesse. In entrambe le fasi sono stati prelevati campioni istantanei in diverse sezioni degli impianti oggetto del monitoraggio: influente, vasca a fanghi attivi, ricircolo di fango, effluente del sedimentatore secondario e fango disidratato. I campioni sono stati analizzati con l’obiettivo di determinare l’attività dei principali radioisotopi di origine antropica, per via del loro uso medicale, o presenti nell’ambiente. L’identificazione e la quantificazione dell’attività dei radioisotopi nei campioni prelevati sono state condotte mediante tecniche di spettrometria gamma, utilizzando le strumentazioni disponibili presso l’Università di Palermo e il Laboratorio di radioattività della Struttura Territoriale di Palermo di ARPA Sicilia. Le attività dei radionuclidi rilevate nei vari punti di campionamento sono state utilizzate per la valutazione del rischio radiologico dei lavoratori e verificare il rispetto dei limiti di esposizione. I risultati ottenuti hanno generalmente evidenziato che il radiosotopo maggiormente presente nei campioni analizzati è risultato lo 131I, verosimilmente a causa del suo elevato tempo di dimezzamento. Inoltre è stata riscontrata una maggiore affinità dei radionuclidi nei confronti della componente solida presente nelle acque reflue, circostanza questa che comporta il loro progressivo trasferimento nei fanghi di depurazione, con particolare riferimento, per lo 131I alla frazione organica in essi presente. Tuttavia le attività di 131I rilevate nei fanghi depurazione sono risultate inferiori ai valori limite imposti dalla normativa vigente (D.Lgs. 230/95, D.Lgs. 241/00), per il loro smaltimento.