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IGNAZIA MARIA BARTHOLINI

L'impermanenza del desiderio e il vuoto identitario

Abstract

Il saggio in oggetto individua nell’impoverimento della sfera emozionale dell’uomo postmoderno una delle cause-effetto della sua perdita identitaria. Vengono quindi analizzati quelle teorizzazioni che nella storia del pensiero moderno hanno rappresentato gli snodi cruciali nel disvelamento/ obnubilamento della sfera affettiva del soggetto: Descartes e la definizione delle passioni in relazione alla rex cogitans; Freud e il controllo consapevole delle pulsioni nella lotta alla nevrosi; Foucault e la denuncia del bio-potere e dell’esercizio del controllo sulla vita sessuale dei cittadini, fino alla perdita delle passioni e la loro sostituzione con i desideri “contingentizzati” dell’uomo contemporaneo (Bauman 1999; Giddens 1999; Eherberg 2001, Pulcini 2001 et Al.). . Ritrovare la passione come “cura reciproca” e “riconoscimento identitario” rappresenta, nel lavoro dell’autrice, un passaggio necessario al superamento dell’insoddisfazione determinata da una sfera emozionale svuotata dalla possibilità di coltivare le passioni in quanto affezioni relazionali attribuibili all’identità e al percorso biografico dell’uomo post-moderno.