Skip to main content
Passa alla visualizzazione normale.

GIUSEPPE ROCCARO

Lahbabi e il concetto senza parola

Abstract

Nel1964 Lahbabi propone con tono deciso il suo pensiero sulla persona: «Par contre, dans l’Islam, est une personne tout être humain, indipéndamment de son ethnie,sa langue,sa couleur de peau». Questa definizione di “persona” parte dall’essere e ne dichiara l’indipendenza da ogni discriminazione secondo accidenti non propri, per primo quello dell’etnia. Lui,un musulmano formatosi mediante la cultura francese del ’900, dopo aver ricevuto la prima educazione islamica in Marocco, si rivolge ad ogni uomo, ma innanzi tutto deve liberare dal ristretto limitante orizzonte etnico la sua definizione di persona, tesa alla universalità, e rompe il muro di separazione tra ajami (straniero) e arabo appellandosi solo al Sermone dell’addio, che è forse l’ultima parola pubblica «pronunciata, ad Arafat, da Muhammad nel suo ultimo pellegrinaggio prima di morire». Fez, Caen, Parigi, Algeri, Rabat: Marocco, Francia e Algeria sono le nazioni in cui si svolge la vita di Lahbabi, dalla nascita (Fez, 25 dicembre 1923) fino alla sua morte (Rabat, 23 agosto 1993). In un serrato confronto con la filosofia occidentale e in particolare con quella francese e il personalismo di Mounier, il pensiero personalista di Lahbabi è criticamente presentato in tutta la sua originalità, non nascondendone le dificoltà concettuali irrisolte, dovute principalmente alla sua radicazione nella tradizione islamica.