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MARCO BACIO

Masculinities at work. Male-to-male internet escorting in Italy and Sweden

Abstract

Questa ricerca si propone di mappare e analizzare il fenomeno dei lavoratori sessuali (in particolare degli uomini che vendono sesso ad altri uomini) in Italia e Svezia. Mentre il lavoro sessuale femminile è stato studiato da ricercatrici e ricercatori in tutto il mondo, il sex work maschile appare caratterizzato da persistenti disattenzioni. Questa lacuna nella letteratura scientifica rispecchia una più generale invisibilità e mancanza di chiarezza sulla questione anche in altri ambiti: nella politica, nella stampa, e nell’opinione pubblica. Inoltre, sebbene la maschilità sia un concetto importante e ampiamente studiato sia in sociologia che negli studi di genere, le precedenti ricerche hanno raramente analizzato il ruolo che essa svolge nell’offerta di servizi sessuali. Pertanto, l’obiettivo principale della ricerca è quello di analizzare il lavoro sessuale dal punto di vista della maschilità per capire quali tipi di relazioni si creano tra i lavoratori sessuali e i loro clienti, quale ruolo ricoprono le forme di strutturazione di genere e, pertanto, come la maschilità modella queste stesse relazioni. La prima parte di questo contributo è quindi dedicata al concetto di maschilità e quali declinazioni di maschilità i sex worker incarnano nei loro incontri con altri uomini, verrà considerato il comportamento dei sex worker che si identificano come “eterosessuali” e di coloro che si autodefiniscono “gay”. Le riflessioni sulla costruzione dei discorsi relative alle diverse identità implicate nel lavoro sessuale maschile sono particolarmente utili per capire come – in contesti tanto differenti dal punto di vista politico, culturale, e regolativo quali quelli di cui si tiene conto nella presente ricerca – le maschilità coinvolte possono riadattarsi all’ordine normativo di genere che richiede la femminilizzazione degli uomini che fanno sesso con altri uomini e la costante ostentazione di una maschilità che può contribuire alla pluralizzazione dei desideri e delle soggettività sessuali. Poiché la vendita di sesso e di servizi sessuali è percepita come un’attività stigmatizzata, soprattutto per quegli uomini che si autoidentificano come “eterosessuali”, coloro che si dedicano a questi comportamenti devono trovare il modo di “giustificare” la loro presenza nel mercato. Allo stesso tempo, è possibile osservare una sempre più crescente presenza nel sex work di maschi che si autodefiniscono omosessuali. Nell’analisi, il comportamento di queste due categorie di lavoratori sessuali viene quindi confrontata per comprenderne convergenze e divergenze riguardo ai tipi di maschilità impiegata. Infatti, il lavoro sessuale è anche un modo per fare le maschilità, un mezzo attraverso il quale i lavoratori sessuali possono elevarsi sotto diverse prospettive: sociali, economiche, e culturali. La ricerca affronta questi temi e si confronta con i diversi aspetti del fenomeno attraverso una metodologia qualitativa. Un totale di quarantacinque interviste semi-strutturate sono state somministrate a Milano e a Stoccolma con male sex workers (il cosiddetto “lato dell’offerta”) per esaminare le loro condizioni lavorative e i tipi di relazioni che essi instaurano con i loro clienti. Oggi, il lavoro sessuale maschile è fortemente legato all’uso di internet, dei nuovi media, e delle applicazioni mobili (o “app”). Diventa quindi importante analizzare come le nuove tecnologie hanno influenzato questa attività e che tipo di relazioni generano rispetto al posizionamento di classe sociale e alle credenziali educative dei lavoratori sessuali coinvolti. Un altro oggetto di indagine è l’incontro tra i sex workers e i clienti, con particolare attenzione alle strategie che i lavoratori sessuali utilizzano e al modo in cui le emozioni e il piacere diventano strumenti di queste relazioni. Infatti, nonostante le precedenti indagini condotte da femministe sottolineavano come q