Corso di Laurea in Scienze dell'Educazione
Supplente: Prof. Carlo Romano
Osservazione e ascolto nella relazione educativa
Chi svolge un'attività educativa è costretto a cimentarsi quotidianamente oltre che con tematiche fondamentali dell'impianto educativo stesso (come motivare, come si insegna, come si apprende), con questioni complesse e delicate riguardanti l'area dei rapporti interpersonali: come gestire il clima relazionale, come comprendere il complesso mondo dei comportamenti umani in situazioni educative. Per espletare una qualsiasi azione educativa è necessario cioè sapersi relazionare, sapersi rapportare, saper esser-ci con consapevolezza e competenza.
All'educatore, in quanto maggiore responsabile della gestione educativa, si pone un doppio problema.
In primo luogo, egli ha il compito di avvicinarsi quanto più possibile all'altro, realtà sconosciuta, per accoglierlo, conoscerlo, comprenderlo. Questo avvicinamento è fortemente condizionato dal modo in cui egli si fa impressionare, in cui cioè lascia entrare i dati provenienti dal mondo altrui, dal livello di attenzione e di consapevolezza con cui incorpora i dati attraverso i canali sensoriali, tenuto conto della globalità espressivo/linguistica dell'altro (parole, suoni, immagini, movimenti...).
In secondo luogo egli deve pre-occuparsi di rendere la sua espressione quanto più chiara possibile per mettere l'altro, che normalmente possiede una quantità minore di strumenti espressivi, nella condizione di comprendere i messaggi che gli invia.
Sia l'impressione che l'espressione richiedono dunque un'apertura e una coscienza elevata, esigono cioè un grado di consapevolezza costante, identificabile proprio attraverso la capacità di lettura e di osservazione della realtà che ci circonda che attraverso una buona capacità di ascolto.
Per limitare le trasformazioni che inevitabilmente un contenuto subisce durante il passaggio da un individuo all'altro, quando cioè si affida ai mediatori (i linguaggi) il compito di trasferire un messaggio da un Io a un altro Io, è necessario, in entrata e in uscita, saper osservare ed essere in ascolto. Senza osservazione e ascolto un messaggio (parola, gesto, immagine, movimento...), si trasforma, perde di significato, si svuota, si vanifica.
Appunti di lavoro:
Come comprendere i comportamenti degli altri senza trasformarne l'intima realtà?
È possibile descrivere, denotare i comportamenti umani evitando inferenze, giudizi a priori, improprie letture del pensiero?
Come mantenersi in linea con ciò che viene detto senza indagare sui motivi per cui è stato detto, senza connotare arbitrariamente, senza interpretare?
Come attenersi ai fatti distinguendoli dalle opinioni?
Come individuare le ridondanze (regole implicite) per avvicinarsi alla comprensione del funzionamento di un sistema di relazioni umane?
Cos'è l'ascolto? Quali le condizioni per l'ascolto?
Chi, come, perché, dove quando, quanto ascoltare?
L'ascolto nella relazione educativa: quali atteggiamenti?
Che cos'è che ostacola/favorisce l'ascolto?
È possibile la comunicazione senza ascolto?
Dove, quando, come si interconnettono ascolto, linguaggi e comunicazione?
Qual è il posto dell'ascolto nella formazione professionale dell'educatore?
Si può apprendere ad ascoltare?
È prefigurabile un'educazione sistematica e istituzionalizzata all'ascolto?
Finalità
Sviluppare una serie di capacità, competenze e atteggiamenti professionali indispensabili per leggere, comprendere e gestire la complessità del processo educativo.
Testi fondamentali
& M. Malagoli Togliatti, L. Rocchietta Tofani, Il gruppo-classe. Scuola e teoria sistemico-relazionale, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1990
& M. T. Bassa Poropat, F. Lauria, Professione educatore, Edizioni ETS, Pisa, 1998
& R. Carkhuff, L'arte di aiutare, Erickson, Trento, 1989, vol.1
& H. Franta, A. R. Colasanti, L'arte dell'incoraggiamento. Insegnamento e personalità degli allievi, La Nuova Italia Scientifica, Firenze, 1991