Teoria e Tecniche dei Linguaggio Radiotelevisivo

Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione

A contratto: Prof. Etrio Fidora

 

Percorso storico della comunicazione umana a distanza. Codici, convenzioni, simboli che costituiscono la valenza comunicazionale (relativa o generale); le diversificazioni del messaggio: verso lettore, verso ascoltatore, verso spettatore; comunicazione e informazione non sono due sinonimi.

I linguaggi non scritti, ossia tutti i precedenti dell'audio/video; attualità e trend: un mix con una quantità enorme di componenti e di variabili; Percezione e temporalità: tempo immobile, tempo convenzionale, tempo reale, tempo differito; Decodificazione e classificazione di suoni e gesti, segni e segnali.

Funzionalità di un'alternativa mediatica: le differenti specificità esclusive del linguaggio radiofonico e di quello televisivo; quali le risorse rispettivamente possedute, cioè: a) le proprietà di cui dispone il mezzo, b) i requisiti necessari a chi il mezzo lo usa; un bivio che vorrebbe decisionalità prevalenti più chiare: etere o cavo?

La parola: da semplice strumento descrittivo/narrativo da attrezzo per costruire nessi logici e per tradurre concetti, a mezzo poetico evocatoredi sentimenti e immagini; Modulazione fonetica e segni alfanumerici; Rumore, suono, musica; Pronuncia e dizione; il volume, i timbri e i registri.

L'immagine: da nuda visione dell'oggettivo a segno interpretato, a simbolo. Quando è fissa e quando è in movimento (scansione o sequenza); bianco/nero oppure colore; problemi grammaticali e sintattici dell'espressione visuale; il linguaggio iconicoe la "neoscrittura" dei new media; i processi creativi; spot, "sigle", clip.

Radio/tv, più d'un linguaggio: giornalistico e intrattenitivo, dello spettacolo e della pubblicità; cronista, moderatore, presentatore,copy-writer (o visualizer) sono professioni anche linguisticamente diverse: analisi di ciascuna; l' "impaginazione temporale": dal menabò allo story-board e l'estemporaneità della "diretta".

Tre chiavi: informare, emozionare, persuadere; la subliminalità; la differenza tra "modello" e "stereotipo" e fra "immaginario" e "virtuale"; i modi della cronaca e del reportage , dell'inchiesta e dell'intervista; La conduzione (di un tg e di un gr); desk ed esterni, montaggio e mixage; La regia; luci, scene, arredo come forme espressive.

Audience= demoscopia + mitologia; share, ovvero concorrenzialità (vantaggi e danni); drammaturgia, liturgia e deontologia del medium; invasività sociale del medium: influenze sulla mutazione della lingua e del costume; determinazione di eventi; la legislazione vigente e i codici di autodisciplina; il WWW e l'interattività: il futuro promette (o minaccia?) un video onnipresente.

NOTA - La presente scaletta di lezioni è concepita con integrazione di esercitazioni pratiche a cura del docente e può includere apporti testimoniali di tipo specialistico nonchè ripetizione dello stage di fine corso presso la Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo della Rai a Perugia. La bibliografia dei testi da via via consigliare e i materiali di studio da via via distribuire presuppongono anche quest'anno completamento fornito dalle dispense scritte e tempestivamente rimesse dal docente agli studenti.