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MARIO VARVARO

Circolazione e sviluppo di un modello metodologico. La critica testuale delle fonti giuridiche romane fra Otto Gradenwitz e Salvatore Riccobono

Abstract

La ricerca delle interpolazioni, cominciata con la Scula culta, viene ripresa in Germania alla fine del XIX secolo. Fra quanti misero a punto un metodo storico-critico per lo studio delle fonti giuridiche romane va menzionato anche Gradenwitz, che – insieme ad altri studiosi tedeschi – sarebbe stato uno dei maestri di Riccobono. La prima produzione scientifica di Riccobono, che si riconosce nel nuovo indirizzo storico-critico affermatosi in Germania, si avvale dei metodi appresi dai maestri tedeschi. Lungo questo solco, tuttavia, comincia l’elaborazione di un metodo più raffinato, che distingue fra interpolazioni formali e interpolazioni sostanziali e recupera gradualmente altri strumenti di ricerca. Con lo scoppio del primo conflitto mondiale si assiste a una svolta caratterizzata da un’autonomia ancora più marcata rispetto ai modelli metodologici tedeschi, nella quale sembrano riflettersi e accentuarsi con il tempo istanze di impronta nazionalistica. Un esame della produzione scientifica di Riccobono successiva a questo periodo mostra come il nuovo metodo sia perfettamente in armonia con la sua attività in campo politico. Su questa via, Riccobono affermerà uno sviluppo ininterrotto del diritto romano che va dalla Roma repubblicana ai codici moderni. Quando il fascismo farà proprie le istanze nazionalistiche e Riccobono non esiterà a partecipare alle attività del regime, le sue posizioni metodologiche si troveranno ormai legate all’esaltazione di una Roma imperiale che ha lasciato al mondo moderno un’eredità giuridica sostanzialmente non contaminata da elementi esterni alla romanità e sviluppata dagli studiosi italiani della scuola dei Glossatori e dei Commentatori.