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MARIA ALESSANDRA VACCARO

La scuola di Cremona attraverso la corrispondenza con i suoi allievi

Abstract

“Per dar vita ad una scuola non basta il valore del maestro, né basta che egli sappia tracciare un piano di ricerche così vasto da superare la propria forza di lavoro. Occorre altresì che egli riesca a comunicare la sua passione e la sua fede ai discepoli e sappia esigerne e dirigerne la collaborazione. Queste doti possedeva in grado eminente Luigi Cremona”. Queste parole di Guido Castelnuovo caratterizzano bene il ruolo di Cremona nella formazione della scuola italiana di geometria algebrica. Questa comunicazione vuole indicare un percorso di ricerca incentrata sulla formazione del primo gruppo di allievi diretti di Luigi Cremona (escludendo cioè gli allievi indiretti, i Segre, i Castelnuovo, gli Enriques e i Severi, che rappresentarono l’apice della geometria algebrica italiana). Per iniziare a portare avanti questo compito mi sono avvalsa dell’ampio materiale presente nell’Archivio dell’Istituto Mazziniano di Genova (lascito Itala Cozzolino Cremona). Per prima cosa occorre restringere il campo di indagine. Intenderemo per “allievi” di Cremona coloro che hanno studiato direttamente con lui e in particolare quelli che ne hanno seguito, almeno per una fase della loro carriera, fedelmente le orme. Tali allievi vanno divisi in tre gruppi: a) gli allievi bolognesi. Di questo gruppo il solo ad avere avuto un ruolo rilevante negli sviluppi futuri della geometria algebrica è Eugenio Bertini (1846 – 1933), che resta il più significativo degli allievi diretti. b) Gli allievi del Politecnico di Milano, tutti giunti al Politecnico per perfezionarsi. Fanno parte di questo gruppo Angelo Armenante (1844-1878, che peraltro si era laureato a Napoli); Ferdinando Aschieri (1844 – 1907; laureato a Pisa); Giuseppe Jung (1845 – 1926 laureato a Napoli); Giulio Ascoli (1843 – 1896, laureato a Pisa e poi prestissimo dedicatosi soprattutto all’Analisi). c) Gli allievi romani: Riccardo De Paolis (1854 – 1892); Ettore Caporali (1855 – 1886); Giuseppe Veronese (1854 – 1917); Giovan Battista Guccia (1855 – 1914). Di quasi tutti questi studiosi l’archivio contiene un buon numero di lettere. Precisamente 14 di Bertini (dal 1866 al 1878, ma ne sono documentate molte altre); 15 di Armenante (dal 1870 al 1876); 5 di Aschieri (dal 1876 al 1900); ben 148 di Jung (dal 1869 al 1901, il corpus più cospicuo presente nell’archivio); 13 di Ascoli (dal 1869 al 1876); una di De Paolis (del 1887, una sola, ma molto significativa in quanto sviluppa in dettaglio il programma di ricerca di quello che di lì a poco avrà tra i suoi allievi); 48 di Caporali (dal 1876 al 1886, data del suo tragico suicidio); di Veronese non esistono lettere; di Guccia si occuperà Cinzia Cerroni. In totale si tratta di un corpus di 244 lettere che danno un’idea abbastanza completa del ruolo giocato da Cremona nello sviluppare quello che fu il primo nucleo di giovani geometri algebrici italiani. In questa comunicazione, oltre a dare una panoramica complessiva della corrispondenza in questione, affronterò le tematiche geometriche tratta da alcuni di questi matematici, soprattutto da Bertini e da De Paolis.