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VINCENZO TODARO

La “pianificazione” del paesaggio come strumento di controllo sociale. Gli immigrati nelle serre del ragusano, tra produzioni di qualità e negazione dei diritti di cittadinanza

Abstract

Negli ultimi trent’anni il Meridione d’Italia da regione di emigranti è divenuta regione di immigrati. Tale fenomeno ha interessato tanto le grandi aree urbane, quanto i contesti rurali. In riferimento alla Sicilia Sud-Orientale le statistiche degli ultimi 20 anni mostrano un significativo sviluppo del settore agricolo, con elevati livelli di innovazione e internazionalizzazione della produzione. Contestualmente, le statistiche non ufficiali mostrano in queste stesse aree una significativa concentrazione di immigrati, spesso in condizioni di irregolarità. Tali presenze, relazionate alle difficili condizioni di vita e di lavoro nel settore agricolo delle serre del ragusano, si inseriscono in un 'paesaggio di eccezione' inteso come declinazione spaziale di quello 'stato di eccezione' che secondo Agamben (2005) è l'esito della sospensione dei diritti e delle regole. Alla luce delle suddette considerazioni, il paper intende analizzare il rapporto di causa-effetto tra le trasformazioni del paesaggio, lo sviluppo del settore agricolo e lo sfruttamento della manodopera immigrata nel ragusano, ponendo in evidenza come la configurazione del paesaggio può generare forme di controllo, sfruttamento ed esclusione degli immigrati. Ciò pone nuove sfide per gli strumenti di pianificazione, nella consapevolezza che questi, nei rispettivi ambiti di intervento, debbano contribuire eticamente a ridefinire il profilo di cittadinanza, attraverso forme di riequilibrio sociale e spaziale.