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LUCIO TUFANO

«Ma qual necessità ci è di cantar questi mottettacci infelici?». Giuseppe Giordani e il mottetto tardo-settecentesco tra prassi e censure

Abstract

I mottetti costituiscono un comparto apparentemente dimesso e di fatto minore nel nutrito catalogo delle composizioni sacre di Giuseppe Giordani. E tuttavia la produzione del maestro partenopeo, proprio in quanto esempio medio e dignitosamente routinario, offre l’opportunità di condurre una prima ricognizione nella scrittura mottettistica della seconda metà del Settecento e di prendere dimestichezza con un repertorio finora trascurato e per molti aspetti misconosciuto