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GIOVANNI FRANCESCO TUZZOLINO

Storie di uomini, racconti di spazio

Abstract

Ancora oggi si susseguono notizie di uomini che strenuamente attraversano il Mediterraneo, di naufragi disperati che si susseguono con cadenza inesorabile, come in un appuntamento macabro con la morte, come in una triste litania funebre che si snoda sotto lo sguardo attonito dell’Occidente. Intanto un nuovo mondo sta silenziosamente nascendo, configurando con apparente disordine un nuovo assetto geopolitico, tra l’esaltazione nazionalistica di muri che riaffermano l’invalicabilità dei confini e un’accoglienza diffusa che invece ne invoca la disintegrazione mostrando la forza inarrestabile e pervicace della solidarietà tra gli uomini, una residua speranza nel futuro. Una sorta di ricomposizione dei luoghi del mondo e dei linguaggi degli uomini, un aggiornamento della geografia delle nazioni e delle topologie urbane a opera di intere masse di persone in movimento. Tutto concorre alla costruzione di una memoria del presente, in un’elaborazione di senso troppo difficile da praticare, disturbata com’è da crisi culturali e implosioni del capitalismo. Tutto si consuma sullo sfondo di contraddittori politici che evidenziano la precarietà della strada verso una compiuta identità europea, mostrando tutta la debolezza di una società attraversata da silenziosi interessi finanziari globali. Anche la ricerca architettonica deve interrogarsi sulle condizioni drammatiche e complesse del nostro tempo, sul senso dello spazio architettonico e su quello delle città, sulle relazioni prossemiche e su quelle che interessano il paesaggio più esteso, le periferie o le strutture dense di storia. L’esperienza portata avanti, nei Laboratori di Progettazione architettonica e nei Laboratori di Laurea, con grande trasporto emotivo ma, anche, col desiderio di offrire un utile contributo al tema, ha implementato la didattica del progetto di importanti contenuti etici e sociali. L’abitare è strato esplorato nei suoi risvolti sociali e urbani, nelle ricadute, in termini di spazio e di forma, conseguenti alla dinamica delle migrazioni del XXI secolo. L’accoglienza che costituisce certamente uno dei valori fondamentali dell’architettura, oggi si arricchisce di un contenuto diverso, che ci interroga sulla convivenza pacifica tra gli uomini e sul mutamento delle relazioni sociali e fisiche. Sono questioni che pur assumendo, nell’immediato, aspetti drammatici che attendono risposte chiare e urgenti, riguardano il destino e la trasformazione dello spazio urbano nei prossimi decenni.