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MANFREDI SAELI

Una punteggiata di pietra in simbiosi con il paesaggio rurale e urbano in Sicilia. Abbeveratoi, fontane, lavatoi e cisterne nella tradizione costruttiva

  • Autori: Tiziana Campisi; Andrea D'Amore; Manfredi Saeli
  • Anno di pubblicazione: 2020
  • Tipologia: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/454295

Abstract

on è difficile riconoscere, nella distesa arsa dal sole della campagna siciliana e nei centri storici, una vera e propria punteggiata di micro-architetture in pietra: si tratta di piccoli o grandi abbe- veratoi, con annessa fontana pubblica e talvolta anche un lavatoio, il cui intervallo in termini di distanza o ubicazione derivava dal ruolo servente del manufatto rispetto al feudo di appartenenza, o dalla vicinanza alla sorgente d’acqua che lo alimentava, dalla prossimità a una masseria o villa su- burbana, un mulino, una cartiera, un castello o monastero, una strada a forte transito di viandanti o a diffuso traffico di animali; se essi ricadevano all’interno di un abitato, la localizzazione preferita era in prossimità di una piazza, un luogo di mercato, a ridosso delle mura cittadine. Alcuni denuncia- no l’essenzialità degli elementi caratterizzanti, servendo solo a dissetare mandrie o greggi: seppur nella semplicità delle forme e dei materiali, un occhio attento scopre un microcosmo di espedienti costruttivi pragmaticamente efficaci per addurre l’acqua sfruttandone la naturale caduta, consentire di attingerla, accumularla in un grande recipiente in condizioni igieniche ottimali, oltre a favorire facile riconoscibilità e raggiungibilità ai manufatti, sfruttando sapientemente l’orografia del terreno. Altri invece, quali ad esempio le fontane civiche o alcuni sistemi integrati di fontana-bevaio-lava- toio, emergono per caratteri di monumentalità e decoro, impreziosiscono la punteggiata di elementi singolari; per loro, la sapienza costruttiva poneva nei secoli maggiore attenzione alle tecniche co- struttive e alle risorse economiche, facendone un elemento di arredo urbano di forte impatto visivo. Ne deriva un repertorio di casi che stupisce per numerosità e per ricchezza di esempi, spesso al giorno d’oggi dimenticati perch è venuta meno la funzione originaria, vandalizzati e dunque in condizioni di degrado, degni però di suscitare ancora un interesse di recupero e valorizzazione.