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ETTORE SESSA

Libero Andreotti e il contributo degli artisti alla Sezione Arredi Navali Ducrot

Abstract

Con la collaborazione con Gustavo Pulitzer Finali e con Libero Andreotti per gli interni della motonave Victoria il mobilificio palermitano Ducrot, nel 1931, di colpo rientra nel “moderno”; un orientamento che, invero, ne avrebbe connotato solo per casi eccellenti la strategia aziendale nella rimanente stagione del ventennio, ma la cui impronta ne caratterizzerà il rilancio dal periodo della «Ricostruzione» agli anni del «Miracolo Economico» come la più qualificata industria italiana di arredi navali. La ripresa dei rapporti di lavoro con esponenti del mondo artistico, e segnatamente con quanti fra pittori e scultori orientavano la propria opera in direzione del “rinnovamento” (più che del “nuovo”), era in realtà un ritorno alle origini, sia pure in una più modesta dimensione, quando l’impresa di Vittorio Ducrot grazie alla collaborazione con Ernesto Basile e con il suo cenacolo di artisti era assurta al rango di industria italiana esemplare sia per l’applicazione del principio del pareggiamento delle arti sia per la disponibilità alla mediazione fra profitto e cultura.