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ETTORE SESSA

Aleardo Terzi, Vittorio Ducrot ed Ernesto Basile: il Caffè Faraglia nel rilancio della via siciliana al Modernismo

Abstract

Realizzato nel 1906 a Roma, il Grand Cafè Faraglia (già in piazza Venezia) è una delle opere esemplificative del successo e del credito, a livello nazionale, conseguito da Ernesto Basile a ridosso del formalizzarsi della sua ricerca di un “ordine moderno”, successiva alla sua fase modernista di orientamento astilo (1902-04). L’arredo sarà premiato alla prima edizione del concorso annuale per “Nuovi Negozi” concepiti con “artistico buongusto” e “carattere spiccatamente moderno”, istituito nel 1908 dalla Società degli Architetti di Roma (con il sussidio del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio). Basile riversa nel Faraglia, con opportuna revisione tipologica, l’esperienza oramai decennale consumata nelle strutturazioni architettoniche degli interni di residenze prestigiose, dove il principio della Gesamtkunstwerk abbinato alla ricerca di unità stilistica doveva assicurare l’identità formale alle varie destinazioni dei singoli spazi architettonici, garantendo al tempo stesso la loro riconoscibilità quali singoli comparti di una stessa dimora. Quello del Faraglia è certo un progetto paradigmatico di questa idea di una compatibile discontinuità virtuale. Basato su un principio aggregativo a telaio, cadenzato in sistemi e sottosistemi e formato da compiuti insiemi di montanti e traversi (che inquadrano fodrine, specchiature e fregi), l’ordinamento delle sale porta avanti la linea compositiva sperimentata con gli arredi fissi della “Stanza da lavoro” in quercia presentata alla esposizione internazionale di Torino del 1902 e messa poi a punto con gli arredi delle mostre “Napoli e Sicilia” alla V e alla VI Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia nel 1903 e nel 1905. Il Grand Cafè Faraglia, nonostante gli espliciti riferimenti al tradizionale caffé viennese (la cui rilettura critica prodotta da Adolf Loos con il suo Cafè Museum doveva essere nota a Basile), rappresentò l’apogeo della cultura siciliana dell’arredo modernista: Basile aveva stabilito un modello al quale, in Italia, avrebbero fatto riferimento molti altri esercizi della stessa categoria e dello stesso rango; un modello che, essendo declinato in chiave modernista dal tipo tradizionale di bottega del caffé palermitana, proponeva ancora una volta la Sicilia come esportatrice di modi e di forme.