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DOMENICA SUTERA

Divulgazioni, plagi e incisioni di architettura nel Seicento europeo. Il caso della Bibbia di Melchior Küsel

Abstract

DIVULGAZIONI, “PLAGI” E INCISIONI DI ARCHITETTURA NEL SEICENTO EUROPEO. IL CASO DELLA BIBBIA DI MELCHIOR KÜSEL Nel 1908 la storica dell’arte austriaca Erika Tietze-Conrat pubblicava un articolo su sull’ Icones Biblicae Veteris et Novi Testamenti…, una bibbia illustrata edita ad Augsburg nel 1680 dall’incisore tedesco Melchior Küsel. La studiosa aveva colto come la peculiarità di questa Bilderbibel risiedesse non soltanto nelle 241 tavole che Küsel aveva inserito come corredo e sfondo delle molte storie tratte dal vecchio e dal nuovo testamento, quanto nella selezione delle fonti iconografiche. La quasi totalità delle incisioni non era frutto di invenzioni di Küsel che aveva realizzato nuovi rami a partire da originali celebri, di provenienza eterogenea, entrati in suo possesso o riprodotti nel corso della sua intensa attività di incisore tra la Germania, l’Austria e l’Italia. Tietze-Conrat aveva scoperto il curioso lavoro di “interpolazione” di Küsel e, attraverso una meticolosa ricerca condotta presso le collezioni antiquarie viennesi, aveva stilato un elenco di 110 tavole della bibbia “ispirate” accoppiandole alle incisioni originali “ispiratrici”. Questa ricerca era però limitata all’individuazione delle opere pittoriche famose (di Raffaello, Veronese, Rembrandt e molti altri), già riprodotte e in circolazione nell’Europa del XVII secolo grazie alla cosiddetta “stampa di traduzione”. Le incisioni raffiguranti prospettive architettoniche che Küsel aveva pure incluso nel suo repertorio erano pertanto rimaste fuori dall’encomiabile lavoro della Tietze-Conrat. A centodieci anni di distanza il presente studio aggiunge all’elenco le coppie relative all’architettura, che contemplano autori quali Donato Bramante, Galeazzo Alghisi, Maarten van Heemskerck, Wenceslaus Hollar, Jean Le Pautre. L’obiettivo è quello trovare una spiegazione per questa pubblicazione - sorta nell’epoca della fondazione delle prime accademie d’arte tedesche - che non rinuncia all’invenzione e denuncia indirettamente il desiderio di ammaliare i lettori meno colti ma anche di intercettare un pubblico di collezionisti, di offrire agli intendenti una sorta di gioco di rimandi e di citazioni, più o meno scoperti. Questo studio consente inoltre di esplorare i temi della diffusione e dei criteri di manipolazione delle immagini di architettura nel Seicento europeo, a partire dai casi individuati in questa curiosa bibbia proveniente da uno degli atelier più ricettivi e ambiziosi del tempo.