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DOMENICA SUTERA

TERREMOTO E RICOSTRUZIONE: MESSINA 1908, VERSO UNA PROGETTAZIONE “CONSAPEVOLE” : La teoria della maggiore resistenza delle strutture “circolari” e il contributo della pubblicistica al dibattito sulla costruzione antisismica

  • Autori: Sutera, Domenica; Scibilia, Federica
  • Anno di pubblicazione: 2019
  • Tipologia: Monografia (Monografia o trattato scientifico)
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/352593

Abstract

TERREMOTO E RICOSTRUZIONE: MESSINA 1908, VERSO UNA PROGETTAZIONE “CONSAPEVOLE” La teoria della maggiore resistenza delle strutture “circolari” e il contributo della pubblicistica al dibattito sulla costruzione antisismica. Le storie raccontate in questo volume esaminano congiuntamente il duplice sguardo della ricerca sulla progettazione orientata in senso antisismico e sviluppata nell’ambito del dibattito nato a Messina dopo il terremoto del 1908. Se ampie si rivelano le testimonianze di forme di progettazioni “consapevoli”, cioè di accorgimenti che integrano il problema sismico all’interno di convenzioni costruttive di durata secolare, durante le fasi che hanno preceduto le molteplici ricostruzioni nella Sicilia d’età moderna, il dibattito scaturito dopo il 1908 si confronta anche con paradigmi nuovi: brevetti, calcoli, analisi scientifiche, nuovi materiali. Le strade intraprese dalle due vicende qui esaminate non seguono direzioni equilibrate: il vasto campo dell’indagine “scientifica” (a sua volta tutt’altro che unitario) viene qui contrapposto al solitario punto di vista di un tecnico che pensa di offrire risposte a partire dalla storia. Il primo contributo, a cura di Domenica Sutera, studia la teoria incentrata sulla “forma antisismica” posseduta dalle strutture circolari messa a punto da Giuseppe Torres nel 1909. L’architetto veneto mise in relazione la resistenza delle forme circolari all’azione sismica sulla base dell’osservazione diretta delle macerie di Messina e Reggio da cui emergevano le architetture che si erano rivelate più forti. Torres, meritevole di essere in controtendenza rispetto alle correnti antistoricistiche del suo tempo, rimandava alla storia della costruzione, e in particolare di quella siciliana, il campo di indagine in senso antisismico, ma credeva di essere stato il primo ad aver individuato la chiave per selezionare dal passato le fabbriche “resistenti”. La questione della forma antisismica sarebbe infatti significativamente emersa al tempo delle ricostruzioni avviate in seguito alle devastanti scosse del 1693 in Val di Noto e del 1726 a Palermo. Le fabbriche medievali e della prima età moderna in Sicilia generate dalla geometria del cerchio e sopravvissute per secoli ai violenti terremoti locali hanno probabilmente ispirato gli artefici dei progetti delle ricostruzioni settecentesche secondo un’intuizione condivisa che ha riconosciuto alla storia un fondamentale ruolo istruttivo e operativo. Il secondo contributo, a cura di Federica Scibilia, approfondisce e valorizza il ruolo della pubblicistica al dibattito sulla costruzione antisismica dopo il terremoto del 1908. I ripetuti terremoti che si verificarono in Italia tra la fine dell'Ottocento e il primo del decennio del Novecento imposero a una vasta schiera di tecnici di confrontarsi con la questione di come costruire in zona sismica. In particolare il catastrofico evento del 28 dicembre, che provocò la distruzione pressoché totale di Messina, Reggio Calabria e di altri centri minori, ebbe una risonanza internazionale, ponendo il tema della costruzione antisismica al centro del dibattito tecnico-scientifico.