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ALDO SCHIAVELLO

La scienza del diritto è (solo) analisi del linguaggio?

Abstract

La scienza giuridica di matrice giuspositivista che, in Italia, si rifà al pensiero di Norberto Bobbio istituisce un legame stringente tra diritto e linguaggio. Secondo questa prospettiva, il diritto è il discorso del legislatore e la scienza giuridica non è altro che un discorso sopra un discorso: un meta-linguaggio descrittivo del linguaggio prescrittivo del legislatore. Questa concezione del diritto e questo modello di scienza giuridica sono in crisi da alcuni decenni. Dalla pubblicazione, nel 1950, del saggio di Bobbio Scienza del diritto e analisi del linguaggio, un vero e proprio “manifesto programmatico” del nuovo corso giusfilosofico molte cose sono cambiate: la globalizzazione ha prodotto la crisi del modello giuridico incentrato sulla sovranità degli Stati nazionali; il neoempirismo non rappresenta più il mainstream in ambito epistemologico e anche il dibattito giusfilosofico contemporaneo ha percorso direzioni divergenti rispetto a quelle intraprese dalla scuola analitica. Nella mia relazione presento quattro argomenti volti a evidenziare i limiti di questo approccio al diritto: l’argomento funzionalista, l’argomento epistemologico, l’argomento del pluralismo epistemologico e, infine, l’argomento della svolta interpretativa. Questi argomenti non stanno tutti sullo stesso piano e non hanno tutti la stessa forza. Alcuni forniscono soltanto una spiegazione del perché l’ortodossia giusanalitica sulla scienza giuridica sia sotto attacco. Altri hanno la pretesa di individuare alcuni limiti strutturali e concettuali di questo modello.