Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

LAURA RESTUCCIA

Parole dal silenzio. Assia Djebar, la voce dell'Algeria fra Memoria e Storia

  • Autori: RESTUCCIA, L
  • Anno di pubblicazione: 2004
  • Tipologia: Monografia
  • Parole Chiave: Letteratura francofona, Maghreb
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/9841

Abstract

Consacrando la propria scrittura al servizio dell’impegno sociale, Assia Djebar invita il lettore, con la sua opera narrativa, ad inoltrarsi tra le ombre e le luci della sua terra, l’Algeria, martoriata dalla Storia. Pur sospesa tra due culture, tra Oriente e Occidente, tra lingua francese e lingua araba, la scrittrice veicola il proprio immaginario, ch’è essenzialmente quello di matrice arabo-berbera, nella lingua francese. La sua scrittura, consacrata al gusto dell’immagine e della metafora, restituisce il ritmo e il lirismo dell’oralità araba. Dando voce alle donne del mondo arabo, e più in generale a tutti coloro che sono vittime di ingiustizia, l’Autrice si fa interprete delle istanze a lungo silenti di un’intera coralità di emarginati, identificando nel riscatto delle sofferenze delle donne algerine e nella narrazione del rovescio della Storia ‘ufficiale’, con il ricorso a quella realmente vissuta da quelle stesse donne, la speranza di un rinnovamento democratico del suo Paese. Assia Djebar, devoting her work to social commitment, invites her readers to penetrate among shadows and lights of her Algeria tormented by the History. Between two cultures, between East and West, between French and Arabic languages, the writer spreads her Arabic and Berber imaginary to the French language. Her writing, full of images and metaphors, restores the rhythm and the lyricism of oriental orality. Assia Djebar’s work gives voice to the women of the Arabic world, and in general, to all those who are victims of injustice. At the same time, in order to interpret the silent requests of all the social outcasts, she identifies the hope for a democratic renewal of her Country with the redemption of Algerian women sufferings as well as with the narrative of the other side of the ‘official’ History – namely the History really lived by Algerian women –