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LAURA RESTUCCIA

Prefazione

Abstract

Le contaminazioni e le compresenze culturali, in ragione di esperienze ‘de-localizzanti’, trovano nella scrittura un fecondo luogo di espressione delle istanze più variegate e distanti del complesso problema della ‘convivenza’. Un tema che è d’obbligo oggi indagare non più nella ricerca di un luogo di confronto tra due elementi contrapposti che darebbero origine alla semplice somma di due parti, ma nella prospettiva di trovare una dimensione ‘terza’, intersoggettiva, in cui si ingenera la necessità – non sempre soddisfatta – della rinuncia alla esclusiva proiezione del sé. L’esperienza del superamento del ‘limite’, geografico e/o identitario, trova in sede letteraria il naturale luogo di elaborazione del processo di modificazione e di trasformazione delle componenti culturali originarie. La Letteratura è il luogo privilegiato per la rielaborazione e la ricostruzione, a partire proprio dalla distanza, della memoria storica: una memoria che non va intesa come mera testimonianza di un’esperienza vissuta con la quale la distanza si confronta, ma come stimolo alla scoperta di una nuova e più oggettiva versione della Storia che la Letteratura, se letta in chiave di discorso plurale, è capace di restituire.