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CIRUS RINALDI

La costruzione della memoria pubblica come “performance culturale”: riflessioni a partire dalla commemorazione della strage di Portella della Ginestra

Abstract

Commemorare, ovvero il ricordare e celebrare in forma pubblica, implica l’evocazione – da parte di attori specifici – di retoriche anche in forma solenne, di fronte ad un pubblico, o più verosimilmente a pubblici diversi: il ricordare medesimo ha il significato, tutto sociale, di riattualizzare la memoria del gruppo sociale di appartenenza, spesso ritualizzandola.Un’analisi sociologica che non si limiti, “[...] a indagare le condizioni istituzionali ed esteriori, ambientali, della produzione culturale, ma che si introduca, passando dalla porta principale, nello stesso oggetto o prodotto culturale, per rivelarne la struttura anche semiotica e narrativa, a decifrarne il codice” (Santoro, 2006: 9), può contribuire ad esplicitare le retoriche, in quanto strutture culturali, sovente inconsce, le pluralità di strutture, la complessità di codici che regolano ed organizzano la vita sociale, e che vengono trasmessi, riprodotti ed alterati – perché anche i ricordi mutano, divenendo contradditori – nel corso del mutamento socioculturale attraverso le pratiche della vita quotidiana. Al centro di questa trattazione la commemorazione della strage di Portella della Ginestra2, la ricostruzione della struttura dei percorsi narrativi che ne legittimano le diverse rappresentazioni nell’immaginario sociale: l’analisi di questi aspetti sarà ricondotta alla comprensione delle diverse performance culturali e sociali attraverso le quali gli attori sociali, individualmente o collettivamente, mostrano agli altri il significato della propria situazione sociale (Alexander, 2006b: 32). Il presente contributo si prefigge di presentare una lettura parziale del fenomeno ancora in fase di analisi, con la finalità principale non di riassumere una ricostruzione puntuale degli eventi e nella definizione dell’accaduto, tema rispetto al quale rinviamo alla letteratura scientifica specializzata e agli altri contributi del presente numero, quanto piuttosto di presentare, attraverso la problematizzazione e l’esame di frammenti etnografici, uno tra i possibili approcci teorici nello studio dei traumi collettivi e delle performance culturali, da applicare alla riflessione sul genere specifico della commemorazione (Tota, 2003) e della trasmissione della memoria sociale (Halbwachs, trad. it. 1997). Si prospetterà una scomposizione in unità minime di analisi senza alcuna pretesa di esaustività, ma con tutti i limiti che presenta un progetto di ricerca in fieri con dati instabili e puramente esplorativi. Le riflessioni seguenti si basano su una prima serie di interviste etnografiche, documenti video-filmati in occasione della festa del primo maggio presso Portella della Ginestra (1 Maggio 2006; 1 Maggio 2007), nonché su note etnografiche raccolte da chi scrive a seguito dell’osservazione dei preparativi all’evento, dalla commemorazione delle vittime presso la cappella cimiteriale sita in Piana degli Albanesi sino all’organizzazione del corteo e dei discorsi pronunciati presso il sito commemorativo.