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STEFANO PIAZZA

Le città tardobarocche del Val di Noto nella World Heritage List dell'UNESCO

  • Autori: Piazza, S
  • Anno di pubblicazione: 2008
  • Tipologia: Monografia
  • Parole Chiave: Città, Tardobarocco, Val di Noto, Unesco, Architettura
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/43675

Abstract

Svolta su incarico della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Siracusa, nell'ambito di un progetto POR finanziato da fondi europei, la monografia ha lo scopo di svolgere un esaustivo escursus storico-critico dedicato alle otto città del Val di Noto (Caltagirone, Catania, Modica, Militello Val di Catania, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa, Scicli), inserite nel 2002 nella World Heritage List dell'UNESCO, come parti costituenti il sito "Le città tardo-barocche del Val di Noto". Lo studio è sostanzialmente diviso in due parti. La prima è dedicata allo svolgimento degli eventi storici e artistici che interessarono complessivamente l'area della Sicilia colpita dal terremoto del 1693, evento traumatico da cui poi dipese la straordinaria attività architettonica costituente oggi il complesso storico-architettonico riconosciuto come "patrimonio dell'umanità". La seconda parte è invece dedicata allo storia dei singoli centri, facendo soprattutto riferimento alle pianificazioni e agli sviluppi urbanistici post terremoto e alle principali imprese architettoniche, in riferimento soprattutto agli assetti sociali connotanti le diverse comunità cittadine. La prima parte prende le mosse da un paragrafo iniziale incentrato sulla catastrofe causata dell'evento sismico, evidenziando le dinamiche socio-politiche da essa scaturite e le iniziative poste in atto per far fronte all'emergenza. Seguono poi i paragrafi incentrati sullo svolgersi delle imprese architettoniche principali e alla sequenza cronologica dei protagonisti, committenti e architetti, ad esse legate. In quest'ottica, particolare peso è stato dato a figure fondamentali come quelle di Rosario Gagliardi e Giovan Battista Vaccarini, da cui dipese anche un significativo rinnovamento linguistico in ambito architettonico. Non viene d'altro canto trascurato il ruolo primario svolto anche dalle famiglie di capomastri che, soprattutto nel corso della seconda metà del Settecento, tesero a monopolizzare l'ambiente professionale del Val di Noto, garantendo il perdurare di una corrente rivolta allo sperimentalismo tardobarocco.